STORIA DI VITA E DI MONTAGNA: ASCOLTA IL VENTO DELLE VETTE
Milano, Montpellier e Parigi, infine Londra, ma è tra le montagne di Zermatt che Cristina Scorza, autrice di Ascolta il vento delle vette, si sente davvero a casa. Una passione, quella per la montagna, ereditata da nonna Amalia e mamma Anna, le due donne a cui dedica il suo primo libro.
“In ricordo della mia nonna Amalia e alla mia mamma,
le mie due più grandi maestre di vita e ispiratrici.”
L’intervista
Una parete, questa volta non di una montagna, ma di libri e il volto sorridente di Cristina arriva via Meet sullo schermo del computer. Una chiacchierata a distanza tra l’Italia e l’Inghilterra per conoscere meglio l’autrice di Ascolta il vento delle vette, Cristina Scorza, e scoprire i valori che la montagna ha saputo insegnarle.
“Dove si possono imparare certi valori universali? E il pensiero è andato alla mia esperienza personale, alle lunghe vacanze dell’infanzia a Zermatt, all’esempio della montagna come scuola di vita, agli insegnamenti di mia nonna Amalia e di mia mamma, e ho concluso che affrontare un’ascensione in alta montagna è un’esperienza formativa.”
Da un diario alpinistico, tenuto dall’età di dieci anni e contenente i pensieri e le emozioni di ogni vetta affrontata, tradotto in inglese e poi in francese per alcuni amici, alla pubblicazione.
“Lo scorso anno, ad una presentazione di un libro di montagna di Kurt Lauber, nostra guida alpina per anni e grande amico, ho incontrato l’editore Paolo Bellavite. Ci siamo messi a chiacchierare sui valori della montagna e da lì è partita l’avventura della pubblicazione.”
Il libro è corredato da foto scattate da Cristina o da sua mamma e numerose illustrazioni create da Cristina stessa, oltre che da citazioni di grandi alpinisti.
Ricorda la sua prima ascensione?
Certo: non avevo ancora 11 anni e sono salita sulla cima Jazzi, una delle cime del Monte Rosa.
La prima cima non si scorda mai, infatti Cristina tiene nel cuore il Monte Rosa anche se ci tiene a precisare: “ogni cima alla fine ti offre emozioni diverse, ognuna è legata ad un’esperienza e tutte diventano speciali”.
Torna sempre tra le montagne di Zermatt. Mai avuto voglia di vedere altro?
Come dicono gli inglesi sono una “creature of habit”, un’abitudinaria. Zermatt per me è il posto migliore della terra e se potessi andrei a viverci: lì mi sento davvero a casa.
Quale consiglio darebbe ad un giocane che si approccia alla montagna?
Avere rispetto per la montagna, andare in sicurezza, sempre con una guida, senza correre rischi inutili.
L’alpinismo è un’esperienza nella natura, tante le vette raggiunte da Cristina ma anche qualcuna a cui ha dovuto rinunciare.
“Quando non ci sono le condizioni fisiche o meteorologiche per continuare, è meglio tornare indietro.
È una buona lezione di umiltà da imparare.”