AVVICINARE LEONARDO. Il caso Gesù e la passione di Cristo

500 anni fa Leonardo da Vinci moriva in Francia, il 2 maggio del 1519, all’età di 67 anni. I suoi lavori come artista, scienziato, inventore e ingegnere hanno rivoluzionato il mondo. I miti che circondano la sua persona ancora oggi ci affascinano e rappresentano una vera e propria sfida.

In occasione del 500esimo anniversario della scomparsa del genio italiano, Consorzio Villa Reale e Parco di Monza, Associazione Pro Monza, Arte&Cultura Villa Sormani, Bellavite Mostre & Eventi, organizzano due mostre: “Il caso Gesù e la passione di Cristo” e “Aspettando Natale: la grazia della Madonna col Bambino”.

La prima propone una scelta di tre dipinti provenienti dalla collezione privata Superti Furga che indagano la Passione di Cristo, tema a cui Leonardo si avvicinò nella celeberrima “Ultima Cena”. Un momento che da sempre provoca stupore e turba le coscienze umane e al quale l’arte si è ispirata fin dai primi secoli del cristianesimo. In questa esposizione sono proposte le opere di tre pittori che si sono accostati al tema: il bellissimo “Ecce Homo con Madonna”, capolavoro di Giovanni Pietro Rizzoli, detto Giampietrino, pittore che appartiene alla rosa elitaria degli allievi diretti di Leonardo, dialoga con il “Cristo incoronato di spine” di Giulio Campi, opera di notevole cifra stilistica, e il superbo “Cristo davanti a Caifa” di Bernardo Strozzi, che nel mettere in scena il processo a Gesù rivela già un’inclinazione verso il linguaggio caravaggesco.La seconda mostra affronterà, nell’attesa del Natale 2019, il tema della Madonna col Bambino, uno dei soggetti più cari alla storia dell’arte, nel quale l’amore materno s’intreccia con il mistero divino. Ad animare l’esposizione sono tre capolavori prodotti durante quella meravigliosa stagione artistica che si sviluppò in Lombardia a cavallo tra Quattro e Cinquecento e che accompagnò la duplice esperienza milanese di Leonardo. Provengono dalla collezione privata Superti Furga: la “Sacra Famiglia” di Marco D’Oggiono, la “Madonna col Bambino” dello Pseudo Francesco Napoletano e la “Madonna col Bambino” di Francesco Galli detto Francesco Napoletano; potrebbe aggiungersi un quarto dipinto esposto in occasione della “Mostra di Leonardo da Vinci” al Palazzo dell’Arte di Milano nel 1939 e da allora mai più esposto pubblicamente.Le opere esposte saranno corredate da un video che guida il visitatore in un percorso di approfondimento dedicato ai Leonardeschi, ai temi trattati e al ruolo del collezionismo, nonché da testi informativi e altri supporti capaci di agevolare il godimento dell’arte.

Le due mostre, accompagnate da un catalogo, saranno ospitate nella Cappella Reale della Reggia di Monza: “Il caso Gesù e la passione di Cristo” dal 13 aprile a 19 maggio 2019 e “Aspettando Natale: la grazia della Madonna col Bambino” da novembre 2019 a gennaio 2020.

L’incontro

In occasione dell’inaugurazione del primo dei due eventi espositivi, nell’elegante Salone delle Feste di Villa Reale a Monza, vasto ambiente a doppia altezza riservato ai grandi balli e ai fastosi ricevimenti di cui il Piermarini in prima persona disegnò gli elementi decorativi, un autorevole critico e storico dell’arte, molto popolare presso il grande pubblico, incontrerà la cittadinanza e gli studenti del territorio per indagare con loro la figura di Leonardo da Vinci e l’eredità dei Leonardeschi.

«Avvicinare Leonardo! Ci troviamo, davanti a lui, come alla sorgente stessa del pensiero. Qui la nativa acuità della mente si dà liberissima dentro la selva di tutte le cose apparite, dentro la spera di tutti i “phaenòmena”: a percepire, a interpretare, a computare, a ritrarre: a profittare per “li òmini”: del profitto di ragione e verità.»

Carlo Emilio Gadda, La «Mostra leonardesca» a Milano, in Nuova Antologia, 16 agosto 1939, incluso successivamente in Le meraviglie d’Italia, Einaudi, 1964.

«Avvicinarsi al genio universale di Leonardo costituisce nella carriera di un restauratore un’occasione unica, irripetibile… dovevo vincolare la mia emotività a una disciplina ferrea, dovevo raccogliere tutta la mia concentrazione e tenere a portata di mano, perfettamente schierati, tutti gli strumenti del mestiere.»

Pinin Brambilla Barcilon, tra le più importanti restauratrici del Novecento, nota in tutto il mondo per aver condotto il restauro dell’Ultima Cena di Leonardo da Vinci a Milano (dal 1978 al 1999) e per gli interventi su alcuni dei maggiori capolavori dell’arte italiana.

 

Il Premio e la Cena di Gala

A rendere ancora più sensazionale e unico il primo degli eventi espositivi, concorreranno la consegna del PremioArte&Cultura Villa Sormani” e la Cena di Gala ad esso collegata.

Giunto alla sua seconda edizione, il riconoscimento è assegnato annualmente a personalità della Cultura, dell’Arte, della Scienza e dell’Imprenditoria che con il proprio lavoro danno lustro all’Italia nel mondo. A ricevere il Premio “Arte&Cultura Villa Sormani” lo scorso anno sono stati i fratelli Pupi e Antonio Avati, maestri del grande cinema italiano.

Nel 2019 il Premio sarà assegnato a un eminente studioso di Leonardo. La Giuria del Premio “Arte&Cultura Villa Sormani” è composta da rappresentanti dei Partner istituzionali e da figure eccellenti nei settori della Cultura, della Ricerca e dell’Impresa: Giancarlo Comi, primario nonché fondatore e direttore dell’INSPE (Istituto di Neurologia Sperimentale) dell’Ospedale San Raffaele di Milano, Renato Missaglia, artista internazionale presente in numerose collezioni pubbliche e private, Sante Pizzol, pittore e maestro delle vetrate artistiche, gli imprenditori Giuseppe Azzinari, titolare di un’azienda leader nella realizzazione di impianti di teleriscaldamento, Paolo Bellavite, editore a capo di una storica impresa culturale brianzola, Massimiliano Fabbro, presidente della Fabbro Spa leader nel settore del facility management, Enrico Magni, autentico simbolo del self made man oggi alla guida di un importante gruppo di imprese.

Il Premio sarà consegnato durante una cena di gala che si svolgerà a Villa Sormani Marzorati Uva, antica e nobile dimora di Missaglia. La parte più antica dell’intero complesso è la chiesetta di Santa Maria in Villa, annessa alla residenza, edificata nel Trecento sui resti di un castrum romano, precisamente l’antica torre che fu trasformata con l’aggiunta dell’abside, nel piccolo edificio religioso giunto fino ai nostri giorni.

Nella suggestiva atmosfera di Santa Maria in Villa, un’esecuzione di grande effetto scenico e forte impatto emotivo omaggerà l’anima di Leonardo Da Vinci.

La cena si svolgerà nella Sala della Musica alla presenza delle autorità di Regione Lombardia, del Sindaco di Monza, del Direttore del Consorzio Villa Reale e dei promotori dell’iniziativa.

 

La sede: Cappella Reale

Sorta contemporaneamente alla Villa Reale, la Cappella di Corte è stata collocata dall’architetto Giuseppe Piermarini nel punto di snodo tra l’ala settentrionale e il rustico delle cucine, contrapponendosi alla simmetrica Cavallerizza.Presenta una pianta a croce greca inserita in un perimetro esterno di forma quadrata. Sull’impianto di base s’imposta una volta a vela cassettonata rinforzata da quattro larghi costoloni che, partendo dai pilastri angolari, convergono nell’oculo centrale; qui ritroviamo le lesene corinzie del Salone da Ballo che nei punti staticamente più delicati si trasformano in semicolonne. Piermarini dispone nei quattro vani, agli angoli della croce, gli ambienti necessari alla funzionalità della chiesa come la sagrestia, l’ingresso principale, la scaletta che conduce alla tribuna dell’organo (costruito dai fratelli Serassi di Bergamo) tuttora funzionante e i coretti per la famiglia arciducale. La ricchezza decorativa interna studiata dal Piermarini è stata tradotta in stucco da Giocondo Albertolli. Le opere pittoriche sono attribuite a pittori lombardi del Seicento e Settecento attivi a Monza: la pala d’altare maggiore con l’Immacolata è attribuita a Stefano Maria Legnani detto il Legnanino; a Filippo Abbiati la Crocifissione con i Santi Bernardo e Benedetto e a Giovanni Maria Arduino la Salita al Calvario.

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