Packaging: realizzare un astuccio in cartoncino che “buca lo scaffale”
L’involucro cartaceo che contiene il prodotto viene comunemente chiamato astuccio. È di gran lunga il più usato nel packaging di prodotto, ma come realizzo un astuccio in cartoncino?
Le fasi per realizzare un astuccio in cartoncino
Il disegno
La primissima cosa da fare per creare un astuccio in cartoncino è disegnarne la forma e la veste che verrà poi approvata dal cliente.
Il primo processo è quindi disegnare il tracciato di fustella, la fustella è fisicamente una lastra di legno con inseriti i filetti metallici che andranno a cordonare o tagliare la forma finale dell’astuccio.
Supporto cartaceo e stampa
Una volta approvato il campione e il supporto cartaceo idoneo alla resa estetica e funzionale del prodotto finito, che solitamente ha una grammatura tra i 250 e i 450 grammi, stampiamo il supporto cartaceo.
Il foglio di carta ora è pronto a ricevere le nobilitazioni, come plastificazioni, stampa a secco e a caldo o effetti uv con riserva, per conferire il risultato visivo finale.
La costruzione dell’astuccio
A questo punto inizia la costruzione dell’astuccio. Inseriamo quindi il foglio di cartoncino nella macchina fustellatrice che andrà, attraverso un movimento meccanico, a fare la “battuta” ovvero, attraverso una pressione regolabile, a tagliare e cordonare l’astuccio. Una volta che l’elemento fustellato passa nella macchina “piega e incolla” avremo un pack di prodotto.
Consegna del pack finito
Il nostro pack è pronto ed ha il vantaggio di poter essere appiattito, in questo modo anche spedizione e consegna al cliente può essere molto più agile. Sarà poi il cliente a provvedere all’unione tra astuccio in cartoncino e prodotto per metterli in commercio.
Fondamentale per un risultato ottimale è affidarsi ai professionisti del settore.
Un packaging ben studiato è il primo approccio che il cliente finale ha del vostro prodotto e molte volte la prima impressione è quella che
spinge all’acquisto di un prodotto rispetto ad un altro, in gergo si dice che “buca lo scaffale”.